venerdì 22 agosto 2014

E allora...


 Ci son momenti, nella vita, in cui ci sei.
Sei lì.
Come quando inizi un nuovo lavoro, un nuovo progetto.
Non vedi l'ora che arrivi la mattina dopo per ricominciare, perchè hai da scoprire, hai da capire, hai da fare.
Son quei momenti che niente ti stanca, che la notte è una perdita di tempo, che qualsiasi cosa diventa di valore.
Si chiama entusiasmo.
E non importa proprio niente se quello che stai facendo è faticoso. O sbagliato, magari.
Ci sei dentro.
E' tutta un'emozione.
E' tutto un impegnarsi, un ascoltare, un raccontare, un programmare, un fantasticare, un analizzare, un cercare di capire, un darsi, più che si può.
Son quei momenti che se dovessi andare a prendere la luna e portarla giù ci andresti con la fascetta da jogging in testa dandoti il tempo a "op op op".
Poi si sa.
Passano i giorni, accadono gli eventi, piove e la pioggia arrotonda i sassi.
Persino l'alternanza delle stagioni, col tempo, ci scoccia e si arriva a dire che la primavera non esiste più.
Non è mica vero.
Chiedetelo a un bambino se esiste o meno.
Lui, che oggi ci son boccioli sugli alberi che ieri non c'erano, se ne accorge.
Noi no.
Li abbiamo visti tante volte e non ci stupiscono più, anzi, non li vediamo proprio.
Per noi le mezze stagioni, semplicemente, non esistono più. Si dice così.
Come la prima volta che mangi il sushi. Buono, cazzo, troppo buono. Mangerei sushi tutti i giorni.
La seconda volta è buono, molto buono.
La terza, sì ma solo una volta a settimana.
La quarta che palle sto sushi, ma una piadina no?
Ma il sushi è sempre buono. E' sempre pesce riso e alghe. Mica è diventato melanzana nel frattempo, per dire.
Diciamo che le cose cambiano. O che gli eventi ci impediscono.
Non è vero. Il cambiamento oggettivo esiste in rare occasioni. E non è da tutti.
Ci sta che bere l'uovo fresco ti fa schifo e l'uovo sodo invece ti piace. Sempre uovo è ma è cambiato. In quel caso è vero, uovo, sei cambiato e quindi non mi piaci più.
Per tutto il resto c'è Mastercard? Sì. Per comprare un'ora di evasione, forse.
Ma poi la vita mica ti cambia, passata l'ora tutto torna uguale.
Però, dopo l'evasione, ti sembra migliorata. Forse hai solo aggiustato la convergenza dello sguardo.
Il fatto è che siamo arraffoni.
Bramiamo il possesso delle cose, sempre e comunque.
E ciclicamente vogliamo rinnovare. Perchè le cose son cambiate, non van più di moda.
Non è mica vero: la mamma mica è alla moda. Ma ti piace per tutta la vita, mica a un certo punto decidi che la cambi.
Il cane, per dire. Mica ti stufi dopo tot anni, anche se inizia a invecchiare e fa pipì in casa. Gli vuoi bene lo stesso. E non è che se al parco vedi un giovane cucciolone dici che lo preferisci al tuo e vuoi far cambio: lo guardi, lo apprezzi, sorridi e comunque a casa ti vuoi riportare il tuo.
Invece oggi è colpa dei buffet. Sì. Ed è anche colpa del precariato. Sìsì.
La gente ha imparato che esiste l'alternativa al latte e pane per colazione. Puoi fare un giorno brioches, un giorno ciambelle, un giorno frullato e pensa te, puoi persino mangiare un toast salato a colazione.
E ha imparato che non devi decidere per forza cosa vuoi fare da grande, perchè puoi, anzi, devi, cambiare. Oggi qua, domani là, oggi ultima ruota del carro sottopagato e domani imprenditore di successo con due soli click e senza investimento di partenza.
Abbiamo preso tutti i valori coltivati in 2014 anni e li abbiamo semplificati in due grandi comandamenti. "Immagina, puoi" e "Meglio cambiare, neh?"
Perchè non abbiamo tempo di coltivare i valori, nè di ascoltare, nè di leggere nè di scrivere. Dobbiamo mordere il successo come se fossero MacNuggetts una in un sol boccone.
E allora si dice che quella persona è cambiata e non va più bene.
Ma non è vero.
Quella persona è esattamente come l'avevi conosciuta e va benissimo.
Solo che a te non piace più, perchè è uscito il nuovo modello dell'Iphone.
Ed è in offerta.
Spera solo di saperlo usare. Perchè, se poi devi fare una telefonata urgente e hai qualche problema, il vecchio Nokia bastava spegnerlo e riaccenderlo, l'Iphone va al centro assistenza e ci sta due mesi, poi ti tocca riesumare il piccione viaggiatore anche perchè non c'hai più soldi.
Ma spegnere e riaccendere non dà emozione, non dà adrenalina. Spacchettare l'Iphone appena comprato sì.
Lo dici te.
Io, ogni volta che spengo e riaccendo il vecchio Nokia, c'ho sempre paura che sia morto per sempre. E quando si accende mi vie' un sorriso da qua a là.
Ma...ah, già... io sono un'entusiasta. Che palle. Fuori moda. Noiosa.
Peeeerò. Per dire. Le note son solo sette e son sempre quelle. Eppure puoi ottenere ogni giorno una canzone diversa. Se suoni, ovvio.
Se non suoni...eh, fottiti. Comprati l'Iphone e caricati la playlist suonata da qualcun'altro, che ti devo dire.


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